Presentazione | Dicono che sulla porta della prima biblioteca al mondo, quella di Tebe, campeggiasse la scritta “medicina per l’anima”, perciò è risaputo che la frequentazione di testi letterari giova alla salute. Non perché lo sguardo letterario permetta di indossare lenti rosa che garantiscono un lieto fine ma perché le grandi domande del vivere trovano in molti testi un procedimento che ne permette almeno la chiarezza espositiva e la messa a fuoco di strategie. L’incontro con “ciò che solo ragione non è” facilita l’adozione di rimedi adatti ad una decente sopravvivenza. Un esempio: usare l’ironia e il sorriso di fronte all’enigma del vivere (Ariosto, Leopardi, Calvino). Provare per credere. |